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Titanic

Restano solo poche ore per salvare i 5 del sommergibile Titan: “C’è ossigeno fino alle 11 di domani”

Pubblicato il 21 Giugno, 2023

Oramai la notizia ha fatto il giro del mondo e un pò tutti sono in pensiero per il destino del sommergibile Titan, smarrito da domenica durante la sua discesa verso il relitto del Titanic, al largo delle coste canadesi nell’Oceano Pacifico. Il tempo a disposizione per soccorrere i cinque passeggeri a bordo del sottomarino si sta riducendo minuto dopo minuto, c’è un video che sta circolando sui social media nelle ultime ore, diffuso per la prima volta a gennaio 2023 dal profilo Engineering Insider, offre un’impressionante prospettiva delle profondità oceaniche.

Questo video è stato rimesso in rete nuovamente di recente, poiché il Titanic giace a una profondità di circa 3.200 metri. Ci sono delle possibilità che il sommergibile sia rimasto incastrato all’interno del relitto della nave, se fosse andato veramente così, purtroppo non ci sono possibilità di recupero per le cinque persone nel sommergibile. La Guardia Costiera statunitense, secondo quanto riportato dal giornale Independent, ha reso noto un calcolo davvero terrificante: All’interno del sommergibile l’aria respirabile potrebbe esaurirsi poco dopo le 11:00 di domani, (in Italia).

Ravvisati colpi sottomarini: c’è ancora speranza per i 5 dispersi?

Il mistero del licenziamento dell’ex direttore delle operazioni marittime del sottomarino scomparso

La vicenda si ammanta di ulteriore mistero dopo che è emersa la notizia secondo la quale l’OceanGate, la società proprietaria del sottomarino scomparso, nel 2018 licenziò David Lochridge, ex direttore delle operazioni marittime che aveva avanzato dubbi sulla sicurezza del Titan.

Come si legge nei documenti “Lochridge ha espresso inizialmente preoccupazioni verbali sui problemi di sicurezza e controllo di qualità riguardanti la gestione esecutiva di Titan”.

Le preoccupazioni di Lochridge riguardavano soprattutto “il rifiuto di OceanGate di condurre test critici e non distruttivi della progettazione sperimentale dello scafo” e quindi accusò la società di essersi “rifiutata di pagare il costruttore per realizzare un portellone con oblò che soddisfacesse la profondità richiesta di 4.000 metri”.

OceanGate a sua volta accusò Lochridge di aver violato un accordo di riservatezza diffondendo e divulgando informazioni confidenziali e riservate e la vicenda finì in tribunale.

Intanto le ricerche proseguono ed è sceso in campo anche il Pentagono che ha messo a disposizione un 3C-130, mentre la Marina ha fornito esperti e altre risorse per individuare e salvare i 5 dispersi.

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