Pubblicato il 30 Settembre, 2022
La notizia che nella giornata di ieri ha tenuto banco a Catania è stata quella riguardante la caduta da una barella all’interno dell’ospedale Garibaldi dell’80enne Lucia Sciacca all’inizio dello scorso anno, un fatto che ha causato la sua morte a causa di una ferita alla testa e di una conseguente emorragia cerebrale. L’anziana si trovava in ospedale a causa di una polmonite interstiziale causata dal Covid, che portò l’equipe ospedaliera a trasferirla al Reparto di Geriatria Covid.
Durante il trasferimento in barella i due soccorritori di 58 e 27 anni che nell’udienza preliminare della mattinata di ieri al Tribunale del capoluogo etneo hanno chiesto il rito alternativo, secondo quanto detto dal capo di imputazione hanno tenuto la barella in modo precario e negligente causando così la caduta della signora da essa. Nell’ambito dell’udienza di ieri il 27enne ha chiesto il patteggiamento, ma il pubblico ministero ha rigettato la richiesta e disposto il giudizio, mentre il 58enne ha richiesto la celebrazione del rito abbreviato, che prevede uno sconto di un terzo della pena e della metà delle sanzioni pecuniarie nel caso ci dovesse essere la condanna.
Nell’ambito del processo l’azienda ospedaliera Garibaldi si è costituita parte civile, mentre i familiari della vittima si sono rivolti alla Giesse Risarcimento Danni, azienda specializzata in casi di malasanità. Il responsabile della sede catanese di questa ditta, Ivan Greco, a noi telefonicamente ha detto come l’origine di questo evento sia stata del tutto colposa e come sia vicino ai familiari della vittima sotto diversi aspetti nell’ambito di questo processo.
“Sono convinto che da parte dei soccorritori – ha detto Greco – ci siano state soltanto superficialità e negligenza e che si sia trattato a tutti gli effetti di evento colposo. Dato quanto accaduto però mi preme sottolineare come soprattutto nell’ambito della sanità i corsi di formazione vadano approfonditi e come da parte degli addetti ai lavori ci debbano essere sempre attenzione e prudenza. Quello che stiamo seguendo è un percorso totalmente diverso da quello che sta seguendo l’azienda ospedaliera, che si è costituita parte civile. Noi procediamo per la tutela legale della famiglia della vittima e dobbiamo semplicemente attenerci al fatto. Assistiamo la famiglia a 360 gradi sia in ambito penale per quanto riguardano le responsabilità che in ambito civile per il risarcimento. Abbiamo fiducia nel lavoro della magistratura e siamo consapevoli che le responsabilità non rimarranno impunite”.
Immagine di repertorio
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