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Trasporto aereo, mercoledì la protesta dei sindacati all’aeroporto di Catania

Pubblicato il 6 Luglio, 2020

Filt Cgil, Fit Cisl e Ugl Ta di Catania e i lavoratori del Trasporto Aereo di Catania e Comiso, manifesteranno l’ 8 luglio dalle 10:30 alle 12:30 nella zona partenze dell’aeroporto di Catania «la loro forte preoccupazione e la rabbia a tutti i livelli, avendo già attivato precedentemente ma senza risultati, interlocuzioni con tutti i soggetti ufficialmente deputati, comunicati stampa e lettere alle istituzioni».

Il settore – recita una nota diffusa dai sindacati – continua a vivere un gravissimo stato di incertezza dovuta all’assenza di misure necessarie a sostenere tutte le realtà lavorative e aziendali che vi operano, con i lavoratori e le lavoratrici in cassa integrazione (nei casi in deroga senza alcun intervento del Fondo di Solidarietà del Trasporto Aereo), in attesa di conoscere il proprio futuro; coinvolta anche la platea di lavoratori e lavoratrici con contratto a tempo determinato o stagionale, che rischiano di essere polverizzati dagli effetti economici della  pandemia.
Servono azioni mirate per far ripartire il mercato, tutelando le professionalità esistenti, difendendo un’occupazione stabile e il diritto ad un lavoro dignitoso ed equamente retribuito. Servono interventi che permettano di consolidare i provvedimenti contenuti nel “Decreto Rilancio”  per i gestori aeroportuali, le società di handling e per l’intero sistema dell’indotto.

«Ecco perché chiediamo – continuano i rappresentanti sindacali – che i 130 milioni di euro a fondo perduto previsti nel  “Decreto Rilancio” solo per le compagnie aeree, vengano aumentati ed estesi a tutte le aziende che operano nel settore del Trasporto Aereo. Pagare la cassa integrazione e sostenere dignitosamente i lavoratori è la priorità. Difendere il lavoro, rimettere in moto l’economia e il turismo nel paese è ciò che serve. Condanniamo il comportamento di alcune aziende, pur comprendendone le difficoltà economiche, che hanno deciso in maniera unilaterale, senza alcuna condivisione con i sindacati, di non pagare le 14 mensilità e di non anticipare la quota Inps prevista dalla cassa integrazione.

Così come denunciamo, in termini di prestazioni di minima lavorativa, la mancata applicazione del Contratto Collettivo Nazionale.
Il perdurare di questa drammatica condizione rischia in alcuni casi, oltre alla perdita di posti di lavoro, di consegnare a causa delle evidenti difficoltà economiche, se non ci saranno interventi tempestivi anche del governo, in termini di ammortizzatore sociali che prevedano l’integrazione del Fondo di Solidarieta, di consegnare i lavoratori alla malavita organizzata, nello specifico agli usurai».

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