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Turetta

I genitori di Filippo Turetta rompono il silenzio: “Abbiamo capito che…”

Pubblicato il 3 Febbraio, 2024

Pochi giorni fa è stata consegnata la laurea a Giulia Cecchettin, o meglio alla sua famiglia, mentre una ragazza 16enne di Latina proprio in un tema dedicato alla 22enne brutalmente uccisa da Filippo Turetta ha rivelato di essere stata stuprata dall’ex fidanzato. Fatti che hanno nuovamente riacceso i riflettori su questa tragica vicenda e, proprio oggi, è emersa la notizia che i genitori di Filippo Turetta continueranno ad essere vicino al figlio.

Come riportato dal Corriere della Sera, i genitori di Turetta in un incontro con il parroco Franco Marin, confidente dei due, avrebbero detto: “La nostra è una ferita aperta, che si è ricomposta solo in parte. Gli staremo vicini in tutti i suoi passi. Abbiamo capito che è il nostro posto”.

Il dolore dei genitori di Filippo Turetta

Nicola Turetta ed Elisabetta Martini, dopo il primo incontro col figlio, non sono riusciti ad andarlo a trovare per molto tempo. Una scelta comprensibile, come ha spiegato don Marin: “Di fronte ad un crimine commesso da un figlio è inevitabile l’atteggiamento di rifiuto, ci è voluto un po’, sono stati aiutati e hanno ripreso in mano il loro ruolo. Il senso del loro essere genitori riaffiora. Si è ricomposta la frattura”.

A don Marin i genitori di Turetta avrebbero detto: “Filippo ha ancora una lunga strada da fare per la consapevolezza, siamo ben lontani, ci saremo fino a che servirà. In molti hanno dimostrato una vicinanza solidale discreta”. I genitori, nonostante l’enorme sofferenza, hanno deciso dunque di stare vicino al figlio.

“Sono molto preoccupati – ha aggiunto don Marin – fortunatamente ha un gruppo di amici che lo stanno aiutando molto. In questa vicenda il calore di un affetto di un’amicizia è assolutamente terapeutico. Il bene è terapeutico. Una luce che si accende in un cielo buio”.

Don Marin ha inoltre rivelato che i genitori non si danno pace e si chiedono in cosa hanno sbagliato: “Di tanto in tanto questa cosa riemerge, a volte è travolgente, hanno un enorme senso di colpa. Che si scaraventa addosso alla loro fragilità umana che in fondo è quella di tutti”. Proseguono intanto le indagini finalizzate a capire se ci sono le aggravanti della premeditazione della crudeltà.

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