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Titanic

Proseguono le ricerche disperate del sommergibile Titan disperso: “L’ossigeno è quasi finito, ma dobbiamo continuare a sperare”

Pubblicato il 22 Giugno, 2023

La ricerca del sommergibile Titan, smarrito domenica durante la discesa verso il relitto del Titanic, continua senza sosta anche se le speranze di trovare i 5 dispersi viva si stanno riducendo al lumicino. Resterebbero ormai solo poche ore di ossigeno che, secondo i calcoli, dovrebbe esaurirsi verso le 12:00 italiane.

Parla Jamie Frederick, capitano della Guardia Costiera: “Dobbiamo continuare a sperare di trovare il sommergibile”

Jamie Frederick, incalzato dai giornalisti, ha provato a dare un filo di speranza alle famiglie: “È un’operazione di ricerca e soccorso, dobbiamo per forza continuare a sperare”. Poi però, mettendo in conto l’epilogo peggiore, ha commentato: “Dopo aver considerato tutti i fattori, a volte ti trovi nella posizione di dover fare una scelta difficile. Potremmo trovarci a quel punto, e allora ne discuteremo innanzitutto con le famiglie”.

Al di là dell’ossigeno, non è ovviamente possibile stabilire se i 5 dispersi fossero vivi o meno, così come non è noto se il sistema di riscaldamento a bordo sia rimasto ancora in funzione.

I colpi captati nelle profondità degli abissi

Qualche piccola speranza è stata alimentata dai suoni captati ieri dai sonar nelle profondità del mare, forse piccoli colpi contro lo scafo dati ogni 30 minuti. Potrebbe trattarsi di rumori generici e del resto, come ha spiegato l’ex capitano della Marina militare americana David Marquet al Corriere “l’oceano è un luogo rumoroso. Ci sono molti suoni, di balene, navi di passaggio, di quelle stesse navi usate ora per le ricerche. Anche gli aerei producono suoni che arrivano sott’acqua”.

C’è però un particolare da non sottovalutare: tra i 5 dispersi c’è Paul-Henri Nargeolet, ex capitano della Marina francese, che sicuramente conosce il protocollo di fare rumore per 3 minuti ogni mezz’ora per essere notati dai sonar e segnalare la propria presenza.

Inoltre sono state fatte cadere nell’oceano boe acustiche a un chilometro di distanza l’una dall’altra e, se più di una boa capta il rumore, è possibile localizzare un oggetto di grandi dimensioni. L’eventuale localizzazione viene poi trasmessa al sistema di controllo di un ROV, cioè un veicolo subacqueo che va nelle profondità degli abissi. L’impresa resta comunque disperata perché l’area di ricerca è enorme e perché il ROV deve muoversi in un ambiente complicato tra i resti del Titanic e le formazioni rocciose.

Nel caso in cui il Titan dovesse essere ritrovato, è pronto ad entrare in azione Victor 6000, uno dei ROV inviati che possiede braccia meccaniche capace di disincagliare il sommergibile da eventuali ostacoli, legarlo ad un cavo e riportarlo in superficie. Una missione ai limiti dell’impossibile, ma per ora i soccorritori hanno ancora sperenze.

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